Una disciplina organica, non un decreto. Una proposta di legge che modifica il Jobs Act, senza girarci troppo intorno. Uno schema di diritti e tutele che precede la dissertazione circa l’inquadramento contrattuale. Diritti e tutele per tutti i lavoratori, siano essi dipendenti, indipendenti, parasubordinati.
PROPOSTA DI LEGGE – Gig Economy (1)
Ci abbiamo lavorato in questi mesi, mettendo insieme tre esigenze: anticipare il cambiamento della platform economy, che per ora afferisce a poche forme lavorative ma che nel futuro probabilmente comporterà ulteriori modifiche del nostro modo di intendere il lavoro; introdurre nuove tutele, a cominciare da quella relativa al salario, stabilendo un minimo orario di legge senza interferire con la contrattazione collettiva ma offrendole il necessario sostegno all’incremento delle retribuzioni; infine, traslare una parte di queste tutele dal lavoro dipendente a quello indipendente con la disciplina dell’equo compenso. A compendio di tutto ciò, una norma piccola che però stabilisce un principio grande: i contributi previdenziali versati sono del lavoratore e per questo sono attribuiti alla gestione prevalente in capo a sé medesimo, senza il gravame di costosi ricongiungimenti.
Questi i contenuti della proposta di legge di Possibile su Gig Economy, Salario Minimo ed Equo Compenso.
Nell’attesa di confrontarci con i lavoratori, in particolare ai riders della Gig Economy i quali possono far pervenire tutte le loro osservazioni (che pubblicheremo) usando il form dei contatti di questo sito (qui http://www.giustapaga.it/contatti/), ma soprattutto nell’attesa di leggere il decreto promesso dal Ministro del Lavoro, Luigi Di Maio, pubblichiamo di seguito l’intera proposta di legge (i singoli articoli a partire da pagina 5).
Con un doveroso ringraziamento a Daniela Minnetti e Enrico Vulpiani che hanno collaborato alla stesura.