di Giuseppe Civati
Abbiamo aperto le consultazioni.
Anche se il tema dei «lavoretti» fin dall’invenzione del nomignolo non sembra raccogliere particolare interesse dalla classe politica, abbiamo aperto noi le «consultazioni» con i rider e cioè con i fattorini, perché la questione è molto diffusa e piena di contraddizioni.
Come ripeto spesso, se la sinistra vuole ripartire – non solo i partiti, i sindacati, le forme della cooperazione – deve inforcare una bicicletta e mettersi uno zaino in spalla, indagando il fenomeno e proponendo soluzioni concrete.
Con Davide Serafin Possibile lo sta facendo a partire da questo sito di denuncia, documentazione e di proposta: giustapaga.it.
Il Primo Maggio, a tutte le manifestazioni a cui saremo presenti, metteremo a disposizione dei lavoratori e dell’opinione pubblica un piano per normare un settore e per chiarire una serie di questioni che vanno affrontate subito per restituire dignità al lavoro, prima che tutto diventi un lavoretto e prima che si consolidino
I dati hanno un valore, questo valore è quantificato per quanto riguarda il proprietario della piattaforma ma non conta per la retribuzione dei lavoratori. L’uso disinvolto delle normative consente la reintroduzione del cottimo, senza nemmeno fare giri di parole. La gestione stessa dei turni mette in competizione i fattorini in modo brutale. L’algoritmo sovrintende ma la logica con cui è costruito è sottratta alla comprensione dei lavoratori. E se sei precario e hai a che fare con un algoritmo è un po’ difficile rivendicare i tuoi diritti. La tracciabilità è contro il nero, ad esempio, e non è di per sé un male, perché prima delle piattaforma il nero spopolava. Ma garanzie e diritti e opportunità e retribuzioni devono andare insieme, non devono far esplodere le disuguaglianze, come invece accade.
Insomma, in quel pacchetto che ti arriva a casa, ci sta dentro quasi tutto. È una piccola matrioska di questioni gigantesche (GIGeconomy, giustamente). E siccome non sei un robot, come vuole captcha, vorresti essere retribuito correttamente, vorresti che il lavoro e la fatica fossero considerati, vorresti capire se nel magico mondo dei big data qualcosa ti viene riconosciuto e insomma appartiene anche a te.
In quegli zainetti imbottiti, come nei pacchi che vi arrivano a casa in poche ore, c’è più politica che in mille convegni in cui si parla a se stessi, di se stessi. La bicicletta, però, bisogna volerla. E pedalare.
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