Torniamo alla questione che tanto ha scaldato gli animi dei dipendenti della FedEx e Tnt: la scelta del modello Tnt come standard sul quale tarare la ‘ristrutturazione’ e la ricollocazione dei dipendenti per quanto riguarda la gestione del gruppo nel nostro Paese. Sono due modelli contrapposti, da una parte l’allungamento della filiera logistica (Tnt), dall’altro l’internalizzazione, che è il cuore della filosofia FedEx.
di Stefano Artusi
I dipendenti diretti costano di più, è ovvio. Non è questo il motivo (l’unico) ad aver spinto il cambio di rotta in FedEx. Non ci si libera, come si è sentito raccontare, di lavoratori con contratti a tempo indeterminato per sfruttare lavoratori precari in subappalto senza dei validi motivi (che, come si è visto, non sono economici).
La Tnt ha duemila dipendenti diretti e circa il doppio di indiretti, in subappalto, affidati a cooperative nelle quali non mancano irregolarità e precariato. Il volume dieci volte maggiore della merce movimentata da Tnt rispetto a FedEx ha fatto sì che fosse preferibile affidarsi all’organizzazione del lavoro della prima.
Fred Smith, Presidente e CEO di FedEx, ha spiegato di recente:
«Il mondo gira intorno all’innovazione e FedEx è intenzionata ad abbracciare le novità del settore per il bene dell’azienda. Crediamo che sia nostra responsabilità creare non soltanto valore a livello commerciale per i nostri azionisti, ma anche valore a livello sociale per il mondo intero».
Nel mondo della logistica sono in atto alcuni grandi mutamenti, in particolare la rivoluzione dei classici servizi (business ed economy) del trasporto merci e dei corrieri che il tumultuoso avanzamento dell’e-commerce ha imposto (sostituendo i canali commerciali convezionali), la guerra dell’ultimo miglio (quello più costoso per gli operatori), la rivoluzione dei processi (digitalizzazione, automazione, cloud computing, robotica, Iot: la quarta rivoluzione industriale è in corso), e buon ultimo la discesa nell’arena di un nuovo concorrente, Amazon, in origine solo un cliente, che oggi può anche permettersi di ‘non guadagnare’ dal servizio – puntando sulle consegne gratuite – e di abbattere in modo feroce tempi e costi, obbligando gli altri ad inseguire.
Dopo una sperimentazione a Londra, in febbraio è stato reso noto che il servizio Swa (Shipping with Amazon) è pronto a partire da Los Angeles ed entro il 2018 verrà esteso nel resto degli USA con l’obiettivo di sfidare Ups e FedEx sui prezzi, offrendo il servizio di un vero e proprio vettore di consegne.
Il giorno dell’annuncio i titoli delle due maggiori concorrenti sono crollati provocando immediate dichiarazioni delle due aziende per spegnere l’incendio e tranquillizzare gli azionisti. FedEx e Ups perderebbero in un sol colpo, secondo le stime degli analisti, rispettivamente il 3% e il 5-10% del volume di ordini, tenuto conto solo di quelli commissionati da Amazon.
Amazon punta a ridurre la dipendenza dai grandi spedizionieri, abbattere i costi e fare concorrenza a questi ultimi. Pronta a cedere l’ultimo miglio ai servizi di posta nazionali (come fa negli USA con Usps e in Italia con Poste Italiane) con un aggravio non banale ai concorrenti, limitandone però il raggio d’azione per potersi rafforzare nella trattativa commerciale.
La competizione ha un costo. Infatti Ups spenderà 7 miliardi nel 2018 per migliorare e allargare la sua rete. E gli altri big dovranno prendere delle necessarie contromisure, una rincorsa senza fine che può portare a licenziamenti anche quando il mercato è in espansione, anche quando gli utili crescono.
Una grande accelerazione verso il futuro che intanto produce precarietà dei lavoratori nell’ultimo miglio da un lato e una concentrazione del mercato in mano a pochi attori. Una situazione poco conveniente anche per gli stessi consumatori. Già nel 2015, in Italia, a fronte delle circa 600 aziende nel trasporto merci, le 5 big (DHL, SDA, BRT, Tnt, Ups) si spartivano il 65% del mercato. Questo dato non potrà che peggiorare sulla spinta dei costi sempre minori imposti dai grandi e dall’innovazione nella quale i medio-piccoli non possono competere.
La stessa FedEx pubblica nel febbraio 2018 una nota dove esplicita il suo futuro (e più in generale quello della logistica) fatto di consegne senza pilota, un’app di IA per prenotare le spedizioni. FedEx sta sviluppando l’app di intelligenza artificiale Alexa, così come stanno facendo Amazon con Echo o Google con Google Home. Il futuro è fatto di automazione, di un solo pilota alla guida di un convoglio di camion (progetto a cui sta lavorando in associazione con la Peloton Technology), oppure di camion che si guidano da soli (altro progetto svolto in collaborazione coi pionieri del settore come Volvo e Daimler), membri dello staff robotizzati in grado di interagire col pubblico, droni per le consegne commerciali, corrieri robot. A che servono gli umani con tutto il loro fardello di diritti e tutele se possiamo farne a meno?
La competizione sul mercato, tutta rivolta ad anticipare il futuro, si gioca adesso, subito.
Anche Poste Italiane è scesa in campo: Del Fante ha lanciato un piano per rispondere agli acquisti online. Un piano ‘sartoriale’ cucito sulle esigenze dei consumatori. Un esercito di portalettere (e pacchi) schierato per far fronte ad un incremento di consegne che somiglia ad un vero e proprio boom. Infatti, nel periodo gennaio-marzo 2018 si + verificato un aumento del 50% rispetto allo stesso periodo del 2017. I pacchi consegnati nel 2015 erano 4 milioni, passati ai 15 milioni del 2016, ai 35 milioni del 2017 e l’obiettivo fissato di 50 milioni per quest’anno. Un piano industriale, quello varato dall’amministratore delegato di Poste Italiane, che prevede il raggiungimento di 100 milioni di consegne per il 2022.
Così se il postino prima, come si usa dire, bussava sempre due volte, adesso busserà (suonerà, citofonerà) due volte anche la sera e nei fine settimana. Perché lo chiede il consumatore.
Fred Smith ha affermato che «tra le tendenze nel settore tecnologico di cui si sente più parlare in questo momento ci sono probabilmente i veicoli autonomi, una combinazione di big data e IA».
E per coloro di voi che si chiedono cosa ne sarà degli uomini in questo futuro popolato da robot, Fred Smith propone alcune parole su cui riflettere: «Non abbiate paura della tecnologia, dell’innovazione e della robotica. Rendono le persone più produttive, la qualità meno costosa e la vita migliore».
L’importante è che il pacco sia confezionato bene.